Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Nota col nome di S. Maria fori Sanseverini agli inizi del 1300, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie fu così denominata solo successivamente nel 1591.
L'edificio attuale, sito nei pressi di Corso A. Diaz, non corrisponde alla originaria struttura, che sorgeva poco distante: si tratta di una semplice costruzione a forma rettangolare a croce latina appena accennata per l'ampliamento avvenuto nel 1890.
Pregevole è il portale antico.

Il Convento di San Domenico 1464
Eretto intorno al 1464, all'epoca in cui il duca Giovanni di Sanseverino obbligò per testamento il figlio Roberto a edificare l'opera.
Sede municipale fino al terremoto del 1980, l'ex convento presenta una struttura architettonica rinascimentale: la facciata è a tre piani, alleggerita da colonne decorative.
Al primo piano si ritrovano colonne a tutto tondo intervallate da finestre e balconi, di stile dorico-tuscanico.
Al secondo piano si nota una serie di sette balconi limitati da parapetti in ferro battuto.
All'interno, il chiostro quadrato, sotto il quale recentemente è stata scoperta un'ampia cisterna circolare, è delimitato da un portico coperto da volte a vela che si scaricano su pilastri quadrati. Ai piani superiori si accede mediante uno scalone in pietra di ardesia coperto da una volta poggiata su pennacchi. Nelle pareti delle scale si ritrovano delle nicchie che ospitavano probabilmente delle statue.
Dell'intero complesso rifatto nel Settecento oggi resta di originale solo il campanile, attribuito a Novello di Sanlucano, architetto di Roberto Sanseverino ed autore del Palazzo Sanseverino a Napoli, oggi Chiesa del Gesù.

Chiesa di S. Giacomo

Si tratta di una delle più antiche chiese di S. Severino della quale si conserva il campanile e qualche rudere.    La chiesa, che è ubicata nei pressi di Piazza Cap. Donato Somma,  risulta tra quelle che pagano le decime alla Camera Apostolica. La notizia è del 1303.
Notizie più dettagliate della chiesa, dell'ospedale e del monte dei pegni annessi risalgono alla fine del '500. Da un tabulario dell'epoca si apprende che la chiesa è lunga palmi 45 e larga 35. Nell'ospedale  "comodo et aggarbato " si accudiscono gli infermi e si accolgono esposti di ambo i sessi. Sotto la corseria dell'ospedale vi è un monte di pietà che concede prestiti ai poveri. L'ospedale e il monte dei pegni sono simili a quelli dell'Annunziata di Napoli.

La Chiesa di S. Giovanni in parco ed il Convento Domenicano
Altro importante complesso architettonico è la Chiesa di S. Giovanni in parco ed il Convento Domenicano.
La Chiesa, ubicata in piazza E. Imperio, fu intitolata a San Giovanni in omaggio ai canonici dell'Arcibasilica Patriarcale di S. Giovanni in Laterano, dai quali fu donata all'Ordine Domenicano, con l'obbligo di un censo annuo di mezza libbra di pepe. L'aggiunta "in parco" è invece dovuta alla sua ubicazione nei pressi del parco del Castello.
Le prime notizie sulla chiesa risalgono al 1412, come risulta da una lapide contemporanea. La facciata è lineare con due ordini di lesene e il portale sormontato da uno stemma.
Superiormente la facciata si conclude con un arco a sesto acuto. All'interno della chiesa, la cui pianta è a croce latina, si accede attraverso un atrio con volta a crociera.
Delle opere interne alla chiesa di notevole fattura, ma in preoccupante stato di conservazione, è il pavimento di maiolica napoletana situato nel Cappellone del Rosario: l'opera, che riprende eleganti motivi floreali, ricorda per la sua fattura lo stile naturalistico del Chiostro delle clarisse di Santa Chiara.
Nella seconda cappella a sinistra è situato il Mausoleo dei Pignatelli, del 1412. Il sarcofago comprende due sepolture: quella alla base accoglie le spoglie della principessa Lavinia Pignatelli, quella superiore le spoglie del coniuge della Pignatelli, rappresentato con abiti militari.
Tra i dipinti si segnalano la pala della SS. Vergine col Bambino dipinta dal pittore napoletano Fabrizio Santafede nel 1580, una tela riprendente il Transito di S. Giuseppe di Giovanni de Mari e il Fondale del Crocifisso realizzato da Vincenzo Conforti nel 1873.

Il Convento di Sant'Antonio

Degno di nota è il Convento di Sant'Antonio, fondato con bolla di Innocenzo VI il 6 agosto 1358.
Il convento intitolato a S. Francesco e la chiesa annessa alla SS. Annunziata mutarono denominazione nel 1760, quando furono dedicati a S. Antonio di Padova. La Chiesa si presenta con una sola ampia navata con due cappelle laterali: all'epoca della fondazione, chiesa e convento, furono costruiti in stile gotico e a tre navate; successivamente, in seguito ai gravi danni inferti da una violenta alluvione che colpì la zona nella prima metà del secolo XVIII, quelle laterali furono abolite.
Dopo l'alluvione la chiesa e il convento furono ricostruiti nella forma attuale.
L'originario stile gotico della fondazione può oggi rilevarsi negli archi acuti, che affiorano al disopra del soffitto, all'esterno nella struttura dell'abside e della cappella della Madonna di Pompei, e negli archi acuti delle campate, nelle crociere archiacute del chiostro e nelle finestre del campanile.
La chiesa, benchè, si presenti oggi con la sfarzosa decorazione e gli stucchi del Settecento, è una delle maggiori opere gotiche della provincia. Numerosi dipinti preziosi sono conservati nella chiesa; tra questi si ricordano Madonna con Bambino, S. Giuseppe e Santi del 1754, attribuita a Giovan Battista de Mari; Gloria dell'Immacolata attribuita a Francesco Solimena; Immacolata, di notevole interesse artistico, realizzata da Giovanni Bernardo Lama.
Il soffitto della chiesa, nella parte centrale, riporta un fastoso dipinto a tempera su legno recante la rappresentazione dell'Incoronazione della Vergine e i SS. Chiara, Michele, Francesco, Antonio, Giuseppe, Rocco.
La tela fu realizzata da Michele Angelo Ricciardi nel 1731. Opera di un maestro meridionale del sec. XIV, molto probabilmente della bottega di Tino da Camaino, è il Mausoleo di Tommaso III Sanseverino, che si conserva nella chiesa, collocato in un'ampia nicchia nel presbiterio.
Il sarcofago, di marmo finissimo e di pregevole manifattura, è sostenuto da quattro figure alate simboleggianti le virtù Fede, Giustizia, Temperanza e Fortezza.
La parte anteriore reca dei bassorilievi rappresentanti: al centro, la Madonna seduta in trono col Bambino, ai lati tre Santi sui rispettivi lati di sinistra e di destra (S. Caterina d'Alessandria, S. Giovanni Battista, S. Pietro, S. Agnese, S. Giovanni Evangelista, S. Paolo).
Sulle due facce rettangolari laterali campeggiano S. Francesco e S. Benedetto. Sul sarcofago vi è la figura giacente del defunto, vestito del saio francescano, con i piedi nudi, con la testa coperta dal cappuccio, poggiata su un cuscino a fiori. Inserita nell'arco è una mensola sulla quale è rappresentato il defunto nella funzione di Gran Connestabile del Regno.

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